Descrizione
Giardinetto prende vita sul finire del 1700, quattro case strette attorno al campanile della chiesa di San Francesco. Il nome rievoca immediatamente quello di un piccolo giardino, ciò che doveva essere prima di diventare una frazione di Castelletto Monferrato. Il suo significato deriva dal germanico Karto o Gratin che vuol dire luogo recintato e difeso (vedi Kindergarden, giardino d’infanzia). Il groppuscolo di case sorge nella piana che degrada verso Quargnento, alle spalle la corona di colline del Monferrato (ossia alture ricche di ferro o anche abitate da fabbri ferrai) zona che in tempi remoti apparteneva al territorio dei Romani come indicano alcuni nomi di località tipo Strella, Crosa, Pona, Bonfantino, Campogaldino. Questa manciata di case viene segnalata dalle cartine francesi del primo ottocento come Le Jardinet a pochi passi da Le Beltondin. In effetti il piccolo borgo era strettamente collegato con la vasta tenuta agricola, anzi poteva essere sorto proprio nella zona degli Orti, dei frutteti e giardini di Beltondino, come sembra di capire leggendo i documenti antichi che parlano di “ Giardini di Bertondino” in relazioni a terreni contestati. In modo analogo infatti la stessa carta francese segnala come Jardins il rione alessandrino degli Orti poco distante dalla città; Giardinetto dista due chilometri circa dalla tenuta ma sappiamo che il complesso di Beltondino all’epoca comprendeva anche alcune costruzioni esterne tipo granai e casali per attrezzi dislocati qua e là fuori dalle sue mura e quindi vicine al territorio adibito a frutteto, orto, giardino. Fatto sta che Giardinetto, segnato anche come Rio Giardineto in qualche mappa, nasce in questo grazioso fazzoletto di terra recintato, ai piedi della collina, allo sbocco di una fresca valle presso un ruscello. Forse sono famiglie profughe dopo l’abbattimento del quartiere di Bergoglio nel 1728 (demolito per far posto alla cittadella d’Alessandria) certo è che si mettono all’opera per costruire abitazioni rurali con tetti rossi, pozzo e stalla e camini fumanti per resistere ai geli invernali della Valpadana. In quel primo ottocento il piccolo borgo, lontano dagli echi della rivoluzione che scuoteva la Francia e l’Italia, dalle battaglie napoleoniche che andavano ridisegnando gli assetti dei Paesi, viveva nella quiete e nei lavori dei campi e quelli artigianali all’ombra della grande tenuta di Beltondino che possedeva un gran numero delle cascine nei dintorni e terre estese a perdita d’occhio verso Alessandria. In questo periodo il Piemonte è appena stato annesso alla Francia che è entrata nel fulgore dell’era napoleonica con l’epica vittoria a Marengo contro gli austriaci; l’imperatore Bonaparte fa il suo ingresso trionfale nell’antica città- piazzaforte alessandrina fondata nel 1168 dalla Lega Lombarda in onore del Papa Alessandro III, dispendiosa e poderosa macchina da guerra costruita in un punto strategico. I nobili d’epoca, certamente la famiglia Gropello in prima linea, saranno passati con le loro carrozze per le stradine di Giardinetto onde recarsi a palazzo Ghilini ad Alessandria e presenziare a cerimonie e feste in onore di quel sovrano francese un po’ dispotico ma “très aimable”. Ma poiché “tout lasse et tout passe”, con la caduta di Napoleone il Monferrato ed il minuscolo borgo di Giardinetto ritornano a far parte del Regno di Sardegna con Vittorio Emanuele I. Questo fino al Risorgimento, quando rivoluzionari seguaci di Mazzini cominciano a sventolare bandiere tricolori nella cittadella alessandrina e un vento di patriottismo percorre le nostre colline e tutta Italia. Alla vigilia della II guerra d’indipendenza avviene nel Monferrato lo storico incontro tra il re sabaudo Vittorio Emanuele II e Garibaldi a Castelletto Monferrato nella Villa Pona, giorni cruciali per l’esito della guerra: “Sui colli che scendono da San Salvatore a Castelletto, nel caldo sole di primavera, si apre il cancello di ferro della villa nascosta tra fioriture di rose e glicini: è la casa che ospitò il re Vittorio Emanuele e Garibaldi dall’1 all’11 maggio 1859 in preparazione della santa battaglia”. I due vergano infine il proclama che li unisce in un reciproco riconoscimento e soccorso: “ così l’animo grande di Garibaldi vibrò all’unisono con quello del gran Re”. Così anche gli avi dei giardinettesi poterono assistere a quell’evento grandioso che è la nascita di una nazione tra entusiasmi, disavventure e nuove frontiere. Intanto avanza, seppur a piccoli passi, il progresso tecnologico anche nell’agricoltura che in questo fine 1800 conosce nuovi attrezzi come l’estirpatore a denti più lunghi dell’erpice normale, il seminatore Smith, lo sgranatoio per il grano e la meliga, ecc. Nella prima parte del 1900 tutta la società subirà, per effetto del progresso tecnologico, una grande mutazione. Giardinetto attraversa tutti gli stravolgimenti del nuovo secolo senza restarne completamente coinvolto, sempre un po’ ai margini in quella zona d’ombra che caratterizza la quieta vita di paese e di campagna. Certamente meno di Beltondino, assalito per la sua struttura di casa-fortezza da brigate e militari di ogni colore e genere. Nell’ultimo tratto della seconda guerra mondiale, il peggiore, il paesino si va riempiendo di sfollati che sfuggono dalle città bombardate a tappeto dopo aver percorso stradine zeppe di cartelli stradali tedeschi con su scritto “ Achtung... “ attenzione a questo, attenzione a quello: è il loro biglietto da visita. Si racconta che un famigerato aereo tedesco detto “ Pippo” si abbassi verso la strada quel tanto che gli consente per mitragliare sui poveretti che passano con i loro buoi e carretti. Non manca certamente l’ ansia per le famiglie che hanno i mariti, i padri, i figli in guerra ma neanche il pane bianco in tavola, e le galline, le oche i conigli e l’orto che garantiscono una discreta sopravvivenza. I momenti peggiori avvengono con i blitz di briganti-combattenti e militari che cercano imboscati nei fienili, urlano, minacciano, sparano in aria e basta un niente, un battito di ciglia sbagliato per rischiare la vita. Poi come Dio vuole, se ne vanno portandosi via salami, uova e orologi. Risorto dai pericoli e dagli spaventi del conflitto, Giardinetto riabbraccia i suoi reduci, piange quelli dispersi e riprende a vivere in quel piccolo mondo ancora così lontano dalla strabiliante rumorosa tecnologia che sta per affacciarsi nelle città.
(testo a cura del sig. Carlo Pezzati)
History of the Giardinetto: Giardinetto comes to life at the end of 1700, four houses close to the bell tower of the church of San Francesco. The name immediately recalls that of a small garden, what it had to be before becoming a hamlet of Castelletto Monferrato. Its meaning derives from the Germanic Karto or Gratin which means fenced and defended place (see kindergarten). The little group of houses stands in the plain that descends towards Quargnento, behind the series of hills of Monferrato (that is, heights rich in iron or also inhabited by blacksmiths) area that in ancient times belonged to the territory of the Romans as indicated by some names of places such as Strella, Crosa, Pona, Bonfantino, Campogaldino. This little group of houses is reported by the French maps of the early XIX century as Le Jardinet at a few steps from Le Beltondin. In fact the small village was closely connected with the vast agricultural estate, indeed it could have arisen right in the area of the vegetable gardens, orchards and gardens of Beltondino, as it seems to understand reading the ancient documents that talk of “ Bertondino Gardens” in relation to disputed land. In a similar way, in fact, the same French map points out as Jardin the Alexandrian district of Orti not far from the city; Giardinetto is about two kilometers far from the estate but we know that the Beltondino complex at that time also included some external buildings such as barns and tool houses located here and there outside its walls and therefore close to the the area used as an orchard, vegetable garden, garden. The fact is that Giardinetto, also named as Rio Giardineto in some maps, was born in this pretty little fenced land, down the hill, at the mouth of a cool valley near a stream. Perhaps there are refugee families after the demolition of the quarter of Bergoglio in 1728 (demolished to build the citadel of Alessandria) it is certain that they work to build rural houses with red roofs, well and stable and smoking chimneys to resist the winter frosts of Valpadana. In that early nineteenth century the small village, far from the echoes of the revolution that shook France and Italy, from the Napoleonic battles that were redesigning the structures of the Countries, lived in the quiet and the works of the fields and the artisanal ones near the great estate of Beltondino which owned a large number of the farmhouses in the surroundings and extensive lands as far as the eye could see towards Alessandria. In this period Piedmont has just been annexed to France which entered the splendour of the Napoleonic era with the epic victory in Marengo against the Austrians; the Emperor Bonaparte makes his triumphal entry into the ancient city- Alexandrian city-stronghold founded in 1168 by the Lombard League in honour of Pope Alexander III, an expensive and powerful war machine built in a strategic point. The nobles of the era, certainly first of all the Gropello family, will have passed by their carriages through the streets of Giardinetto to go to Palazzo Ghilini in Alessandria and attend ceremonies and parties in honor of that French sovereign a little 'despotic but “très aimable”. But since “tout Lasse et tout passe”, with the fall of Napoleon the Monferrato and the tiny village of Giardinetto return to the Kingdom of Sardinia with Vittorio Emanuele I. This until the Risorgimento, when revolutionary followers of Mazzini start waving tricolour flags in the citadel of Alessandria and a wind of patriotism blows through our hills and all Italy. On the eve of the Second War of Independence the historic meeting between the Savoy king Vittorio Emanuele II and Garibaldi takes place in Castelletto Monferrato in Villa Pona. “ On the hills that descend from San Salvatore to Castelletto, in the warm spring sun, the iron gate of the villa is opened, hidden among blooms of roses and wisterias: It is the house that housed King Vittorio Emanuele and Garibaldi from 1 to 11 May 1859 in preparation for the holy battle”. The two sign finally the proclamation that unites them in a mutual recognition and rescue: “ so Garibaldi’s great spirit vibrated in unison with that of the great King”. So even the ancestors of the inhabitants of Giardinetto were able to witness that great event that is the birth of a nation among enthusiasms, misadventures and new frontiers. Meanwhile, even if in small steps, the technological progress goes on also in agriculture, which in this end of 1800 knows new tools like the grubber with longer teeth than the common harrow, the Smith sower, the sheller for corn and wheat etc. In the early 1900, the whole of society will undergo a great change as a result of technological progress. Giardinetto goes through all the upheavals of the new century without remaining completely involved. Certainly less than Beltondino, attacked for its structure of house-fortress by brigades and soldiers of all colours and kind. In the last part of World War II, the worst, the village is being filled with persons who escape from the carpet bombed cities after having walked along streets full of German road signs with “ achtung... beware of this, beware of that: it is their calling card. It is said that an infamous German plane called“ Pippo” bends down to the road so much that it allows to machine on the poor people who pass by with their oxen and carts. There is certainly no lack of anxiety for the families that have husbands, fathers, sons at war but not even the white bread on the table, and the chickens, geese, rabbits and the vegetable garden that guarantee a decent survival. The worst times happen with the raids of brigands-fighters and soldiers who seek for shirkers in the barns, scream, threaten, shoot in the air and just a little, a blink of a wrong eye is enough to risk his life. Then as God wills, they go away robbing salami, eggs and clocks. Risen again from the perils and fears of the conflict, Giardinetto gathers its veterans, weeps those lost and resumes to live in that small world still so far away from the amazing noisy technology that is about to appear in the cities.
(traduzione a cura della prof.ssa Marinella Davite)
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